Un giorno, nel 1947, a Qumran, nell’Alta Galilea, un gruppo di giovani pastori si divertiva a lanciare alcune pietre nelle grotte che frastagliano quella regione impervia. All’improvviso, sentendo un’eco strana venire da una delle piccole caverne, smisero di giocare. Per soddisfare la loro curiosità, decisero di inoltrarsi nel buio. Il rumore proveniva dallo sbattere dei loro sassi contro alcuni cilindri di terracotta lasciati lì chissà da chi e chissà quando. I giovani pastori di Qumran, nella più leggera delle spensieratezze, avevano riportato alla luce un tesoro archeologico e religioso inestimabile. Quei cilindri, infatti, custodivano alcuni papiri del Vecchio Testamento, scritti in aramaico, ebraico e greco. Gli esperti successivamente li fecero risalire all’epoca di Gesù.
Non è un caso che i “manoscritti di Qumran” siano giunti a noi grazie all’innocenza di alcuni giovani pastori. La storia dimostra che il dogma nella ricerca è un ostacolo insormontabile per la scoperta. Al contrario i risultati giungono nei momenti meno attesi.
World on focus nasce da un’idea di fare giornalismo che parlandone appare ormai ingenua, forse addirittura ridicola, ma anche estremamente elettrizzante.
In un mondo di notizie e comunicazione globale è facile raccontare il mondo seduti a una scrivania e davanti a un computer. Ma questo non è giornalismo. La stesura di un pezzo, un articolo o un’analisi, chiamatela come volete, è solo l’ultimo passaggio di un lavoro di documentazione, ricerca sul campo, inchiesta. Ecco, il sogno – perché di questo si tratta – è quello di recuperare la vecchia inchiesta. Per farlo questo blog ha scelto di ricorrere agli strumenti tecnologici più all’avanguardia che i media hanno oggi sottomano. Paradossalmente sono gli stessi arnesi – blog e siti internet – che hanno resettato la ricerca in presa diretta. L’operazione è simile a quella del restauro di un affresco del Duecento mediante moderni solventi chimici.
Gli argomenti sono storie in parte sepolte, in parte già alla luce del sole, il cui riflesso però ne snatura i contorni. Come i manoscritti a Qumran. O come la linea dell’orizzonte, che nel deserto sembra sciogliersi per il calore e la luce accecante. Storie riemerse, quindi, coperte dalla polvere del tempo, oppure dalla disattenzione degli stessi media. Spesso siamo noi giornalisti i primi a concentrarci su una notizia, tralasciandone altre dieci.
Il tutto nel rispetto della piena attualità. Anche per questo i “Manoscritti di Qumran” non sono stati scelti a caso. Oggi, sulle rive del Mar Morto, il processo di pace in tra israeliani e palestinesi sembra essere a un passo dalla sua realizzazione. Un passo lunghissimo però. Perché ogni volta si trova un giustificazione affinché non si compia.
World on focus tenterà di raccontare il presente con i propri punti di vista. Perché la verità, che giustamente bisogna continuare a cercare, resta sempre lontana da raggiungere. Soprattutto quella assoluta. Il suo invito è seguirlo in questa avventura. Non solo leggendolo. Ma anche interagendo, segnalando e raccontando storie che, secondo voi, sono capaci di tornare a risplendere. Se poi qualcuno non sarà d’accordo, permettete di esserne lusingati. Ma soprattutto lo invitiamo a dircelo. È tempo, infatti, di tornare al dibattito. È tempo di smetterla di essere imbeccati, ma spiccare il volo.
Hai fatto una scelta molto coraggiosa, Antonio. Bravo, sono sicuro che verrà premiata.
Mi piace molto il parallelo tra il recupero di un certo modo di intendere il giornalismo e il restauro dei dipinti del Duecento. Evoca passione e approfondimento.
Il giornalismo non morirà, come molti dicono e alcuni addirittura si augurano. Sta solo cambiando pelle. E sono certo che sarà una pelle ancora più fresca e smagliante.
In bocca al lupo, Roberto
Sarà sicuramente utile seguirti Antonio, un mezzo per confrontarsi su parole che sono sicuramente frutto di importanti riflessioni sul mondo…